Per ragazze dai 13 ai 19 anni ( a gruppi ma anche individuale)
Le ragazze, adeguatamente travestite da Amélie (parrucca nera con frangetta e carré, vestitini da Amélie e faccia sempre un po’ beatamente e anche beotamente allegra), girano nel quartiere per occuparsi dei soggetti più svantaggiati (poveri, barboni, ciechi, sordi, paralitici, schizofrenici, malmessi in genere) e li soccorrono portandoli ( a una velocità nettamente più discreta di quella dell’Amélie originale ), a fare esperienze che compensino il loro stato: illustrare ciò che non possono vedere, trasmettergli quello che non possono sentire, dare dei begli abbracci ai soggetti meno pericolosi, offrire caffè a quelli che ne hanno voglia ma sembrano inetti a procurarselo e così via, secondo estro che si può stare certi non mancherà.
Durata: libera secondo programmazione gaia e diffusa
Strumenti: utile la videoregistrazione per dare poi il buon esempio, forse metterei anche una spilla con la scritta “Amelie in funzionamento” o qualcosa del genere, si potrebbe anche presentarsi con sottofondo acustico dei famosi valzerini che tanto hanno commosso le generazioni dell’epoca.
Educatori non necessari o a debita distanza nelle situazioni più a rischio
Sbocchi professionali: hostess, infermiere, assistenti stradali, operatrici ecologiche, Sante Terese di Calcutta, buone samaritane a offerta libera (secondo standard europei)